«Il tuo unico dovere è salvare i tuoi sogni» cit.
A.Modigliani
Quando nel 1906, all'età di 22
anni Amedeo Modigliani si trasferì a Parigi nessuno era più sicuro di lui in
quella scelta: lasciare Livorno e andare a Parigi, la città delle avanguardie,
perchè la realtà artistica toscana, fatta di paesaggi e scene rurali dipinte
dai Macchiaioli, a lui stava stretta; in questo Modì era già proiettato avanti.
Ciò di cui inizialmente non si
rende conto è quanto gli mancava la sua bella città, fino a quando, nel 1909,
decide di tornare temporaneamente. Una volta a Livorno decidese di sottoporre
le proprie opere al giudizio dei suoi amici Macchiaioli, purtroppo con esito
negativo.
A questo punto Amedeo prefissa lo
scopo della sua vita: diventare un pittore di caratura internazionale a Parigi,
dove la sua arte può essere apprezzata e poi tornare nella sua città natale con
un bagaglio pieno di esperienza e di fama.
Questo sogno diventa quasi
un'ossessione quando, nell'ultimo periodo della sua vita, inizia a sentirsi
realizzato, ha una moglie e una figlia, inizia ad acquisire notorietà, ma è
gravemente malato di tubercolosi Ha continue visioni che richiamano a Livorno,
di cui parla sempre con nostalgia. Purtroppo non riuscirà a rivedere mai più la
sua terra natia ed oggi le sue spoglie riposano malinconicamente a Parigi, nel
cimitero di Pere Lachaise, sognando ancora Livorno.
Alessandro Chelli
Se volete sapere di più sulla vita
di Modigliani vi consigliamo un libro: “Modigliani, l'ultimo romantico” di
Corrado Augias.
Se vi siete persi il primo post del rapporto di Livorno con il vento, niente paura, lo trovate cliccando QUI.
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